Il weekend di Whygold


Il weekend di Whygold

… con questo motto vi presento il mio consiglio musicale per il fine settimana.
Forse uno o l’altro scoprirà qualcosa di nuovo.

Ascoltare la musica in modo consapevole è, a mio avviso, importante quanto leggere un buon libro.

Oggi: Till Brönner & Dieter Ilg – Nightfall

https://music.youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_n0cNXLIOBWjk0X_yZSTueJDN6FqSddK1Y

Ci sono costellazioni musicali così ovvie che viene da chiedersi perché non siano diventate realtà da tempo. E quando finalmente vengono alla luce del sole, sembrano così familiari, come se li conoscessimo da decenni. Una di queste costellazioni è il duo composto dal trombettista Till Brönner e dal bassista Dieter Ilg. Si tratta – per quanto possa sembrare banale questo termine – di spiriti affini nel vero senso della parola, che spesso vogliono la stessa cosa sui loro strumenti opposti, anche se la esprimono in modi del tutto diversi, il che a sua volta li rende perfettamente complementari. Questa osmosi può essere ascoltata nel loro primo album congiunto Nightfall.

Alcuni hanno già avuto il privilegio di sperimentare Brönner e Ilg dal vivo come duo negli ultimi anni. Entrambi i musicisti sono stati a lungo tra i protagonisti del jazz tedesco ed europeo. Brönner ha registrato album in una grande varietà di formazioni, è stato attivo come produttore per artisti come la diva del cinema Hildegard Knef o il baritono Thomas Quasthoff, si è esposto dal vivo in situazioni spontanee con musicisti free jazz come Günther Baby Sommer o Christian Lillinger e ha suonato alla Casa Bianca su invito personale di Barack Obama. Negli anni ’90 Ilg ha scoperto la canzone popolare tedesca per il jazz, ha rafforzato musicisti come Randy Brecker, Charlie Mariano o Nguyen Le con il suo modo sonoro, pacato ma sempre immensamente aperto ed è stato membro del leggendario quintetto di Albert Mangelsdorff e Wolfgang Dauner. Quando Ilg e Brönner si incontrano, si intrecciano molte storie e storie di jazz, ma anche molto futuro.

Infatti, nonostante la loro fama personale, i due non si lasciano mai andare all’atteggiamento di due superstar in un incontro al vertice. Sono due musicisti che hanno sempre molto da raccontarsi. Per questo si sono presi il tempo necessario per entrare in studio e per suonare. Una buona storia vuole essere lasciata libera di svolgersi e respirare. Vuole essere raccontata, riempita di vita, ma anche ascoltata. Brönner e Ilg non corrono da un climax giocoso all’altro, ma lasciano che le loro storie arrivino. Ciò che conta di più per loro è quello che hanno da dire e come lo dicono. Al posto della voce principale e dell’accompagnamento, si affidano a un dialogo equilibrato e sempre all’altezza degli occhi. La natura degli strumenti fa sì che la parte di Brönner sia forse un po’ più agile e flessuosa, mentre quella di Ilg entra con più forza. Ma ogni tono ha un peso, è completamente autonomo e allo stesso tempo è un riflesso dell’altro.

La scelta dei brani è la prova che i musicisti non vogliono impegnarsi in alcuna classificazione o categorizzazione. Se il jazz è sempre stato un’espressione di libertà individuale, allora questa indipendenza si manifesta qui, libera da tutti i miti, nell’accesso al materiale e nella realizzazione spontanea. Tutto è fattibile se solo lo si vuole, e Brönner e Ilg lo vogliono. Canzoni di Leonard Cohen, dei Beatles e di Britney Spears, brani di Jerome Kern, Johnny Green e Ornette Coleman, composizioni di Johann Sebastian Bach e Melchior Vulpius, ma anche alcune creazioni degli stessi Ilg e Brönner dimostrano una gamma di intenzioni e influenze quasi senza precedenti. In ognuna di queste canzoni, i due partner trovano nuovi angoli di incidenza e prospettive. Non ci sono assoli nel senso classico del jazz. Come in ogni buona conversazione che si svolge in modo naturale, a volte l’argomento sta da una parte, a volte dall’altra. Il flusso dei pensieri è completamente libero. Qui si infila in un letto stretto, per poi sfociare un attimo dopo in un ampio delta.

(Fonte: jpc)

Questo album è stato presentato qualche tempo fa nella rivista culturale “Titel, Thesen, Temperamente”. Ho visto questo post per caso e ho subito preso la registrazione. Arrangiamenti molto belli e interplay fantastico.

Divertitevi ad ascoltare la musica!

Il vostro Chris Weigold

P.S.: Forse potrete godervi il piacere dell’ascolto insieme a un bicchiere di vino della nostra “Orchestra delle Culture Edition”.